ri(tratti)

#costantementeinviaggio

Si può misurare in molti modi diversi il tempo di un incontro.

In molti casi è un semplice passaggio e l'incontro non avviene.

Di ogni incontro, se questo è avvenuto, portiamo 

segni e custodiamo i frutti.

Ma del tempo dell'incontro cosa rimane?

 

Eccolo, semplicemente racchiuso e raccontato in questi scatti.

Il tempo breve di uno sguardo diretto e condiviso.

Un cenno, un sorriso, il breve soffermarsi l'uno di fronte all'altro.

Niente di rubato o sottratto.

 

Ogni volto racconta un "SI " che attraversa e scavalca la storia di ognuno: vite lontane o sconosciute, ma che non sono passate non viste, quando hanno incrociato il cammino del viaggiatore.

Presente, finalmente, dopo i mesi che precedono e preparano il viaggio. Mesi in cui quel viaggio è stato avviato e sono stati mossi i primi passi. Quei passi che fanno la strada, necessari a predisporre gli occhi e il cuore.

E non importa quale sia il luogo. E’ lo sguardo che cerca i suoi spazi e vede: perché ovunque c’è una fotografia che non si mostra, se non ce la meritiamo.

 

Così, con gli occhi aperti, immerso nelle atmosfere dei luoghi, in continuo contatto con le persone, mi muovo cercando di ritagliare la lentezza necessaria all'accoglienza, lasciandomi sfiorare da quei volti che abbiano vita da trasmettere.

 

Questo è il tempo dell'incontro: quando i tuoi occhi e il tuo scatto danno il ritratto di quel volto rivolto verso te, sottraendolo al groviglio indifferente di facce e passaggi superficiali.

Quando ho deciso di raccogliere queste fotografie, ho voluto che il mio lavoro sull’immagine fosse quello di scoprirne una parte di verità.  

Ripensare il viaggio attraverso gli incontri mi ha fatto tornare più volte sulla stessa fotografia, per poter trarre dalle forme una storia, per poterla finalmente raccontare.

Da qui il titolo  ri (tratti)  e da qui la scelta decisiva, di lasciare all’occhio il gusto delle linee, delle forme, dei contrasti, senza il dato visivo per eccellenza: il colore.

Al tempo stesso, però, ho voluto che del potere del colore non si perdesse la traccia, lasciando alle parole il compito di evocarne talvolta i toni accesi e ancor più le sfumature.